karin yamamoto
Karin Yamamoto viene dal Giappone per conoscere l'arte occidentale, i grandi maestri classici e quelli del Novecento italiano, la bellezza plastica legata all'anatomia umana. Dai primi studi sulla figura introduce il proprio immaginario, ma da subito va oltre la rappresentazione, cerca le contaminazioni tra culture diverse. La figura femminile presta le sue forme a soggetti di fantasia e soggetti mitici, che creano ponti tra Oriente e Occidente, lasciando agio ai fruitori, spettatori, di attribuire libere inter-pretazioni. I materiali sono contemporanei, dalla resina al plexiglas, senza esitazione nella sperimentazione. Il dialogo con la scienza è molto importante, ma per coglierne non soltanto la dimensione armonica, la bellezza, ma anche l'aspetto oscuro, il pericolo, la fragilità, l'incognita. La natura è parte del sistema universale e viene osservato attraverso la lente scientifica, matematica, che cerca la regola di fronte al mistero del mondo. Karin Yamamoto crea dei racconti che si ispirano ai grandi temi della vita del cosmo e dell'uomo oltre le frontiere e le specificità. A mio avviso è interessante vedere le relazioni che Karin Yamamoto cerca tra il mondo scientifico e quello razionale matematico intrecciato con il mondo oscuro dell'uomo, soprattutto creando interrogativi rispetto alla sfera psicologica. L'opera vincitrice Phytoncide è una metafora del mondo, una rappresentazione di figure che creano un circuito relazionale tra uomo e natura.
i giardini d’arte di via caravaggio
Il progetto che nasce nel 2016 segue le orme dei Giardini delle Sculture, giardini e parchi privati arricchiti da sculture e opere d'arte. I Giardini d'Arte di Via Caravaggio vogliono essere un'opportunità per artisti emergenti che trovano sempre più difficile mettere in pratica materialmente le proprie idee.