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La Fotografia, un doppiofondo del vissuto
May
4
to Jun 8

La Fotografia, un doppiofondo del vissuto

La Fotografia, un doppiofondo del vissuto

a cura di Paolo Dell’Elce

Giada Ciarcelluti

Lorenza D’Orazio

Marine Hovakimyan

Aram Kirakosyan

Mariam Mkheyan

Alessandro Nanni

Iacopo Pasqui

Romina Patiño

Maria Pavlovskaya

Evgenia Tolstykh

La vicenda umana tratta da sempre archetipi, ormai logori, che hanno lo scopo di rassicurare, ma l'arte sappiamo che non ha mai una forma rassicurante e i linguaggi artistici sono aperti a possibilità sconosciute da cui lasciarsi sorprendere, la tendenza, invece, è quella di imbrigliare i linguaggi e chiuderli nei significati conosciuti e riconosciuti per convenzione, espressi e codificati una volta per tutte senza nessuna volontà di interrompere il circolo vizioso della rappresentazione. L'uomo, prigioniero della propria autoreferenzialità, continua a "raccontarsi" anziché aprirsi alla contemplazione e all'ascolto della forma, delle entità che si appresentano e manifestano. Il monolite di 2001 Odissea nello Spazio ad un certo punto irrompe all'attenzione del vivente e da quel momento qualcosa accade. Attraverso il lavoro di giovani autori che vivono la suggestione e sentono il peso e le responsabilità di uno sguardo che viene da lontano, un'eredità ancestrale che ha sfidato il tempo ed è sopravvissuto alle mode, possiamo intravedere e riconoscere una lontana impronta comune, un'inquietante connotazione della specie umana che dovrebbe far riflettere sulle dinamiche della nostra "evoluzione".

La mostra propone opere fotografiche di grande intensità e concentrazione visiva che restituiscono una dimensione particolarmente significativa e commossa del vissuto umano nei suoi aspetti più delicati ma anche più crudi, cercando di andare oltre l’evidenza dell’immagine e stabilendo connessioni più profonde, analogie e differenze, all’interno di un percorso espositivo che coinvolge oggetto estetico e spazio dove l’essere umano (e il mondo che lo comprende), nella sua espressione figurativa, costituisce l’entità discriminante tra le categorie di "vero" e "non vero", "presenza" e "assenza", "visibile" e "invisibile" e nelle contraddizioni consustanziali alla sua esistenza arriva a suggerire l’idea di un luogo altro, celato sotto la superficie apparentemente familiare della quotidianità: un "doppiofondo del vissuto" – l’espressione è di Maurice Merleau-Ponty – che traspare e prende forma e senso proprio nella Fotografia come linguaggio e indice visibile dell’invisibile; testimone del tempo della luce che dona rilievo e complessità alla vita di ogni uomo.[...]

Come restituire senso e fiducia ad attività umane che hanno perso ogni contatto con la concretezza del mondo intorno a noi? Un mondo che percepiamo "virtuale", smaterializzato, che fa sempre più fatica a inverarsi e a tornare praticabile e vivibile. Ascoltando i più giovani emerge nelle loro richieste una fame di verità commovente. E questa necessità fa ben sperare. Quando si è giovani non ci si accontenta di soluzioni preconfezionate e si vuole esperire ogni cosa nella pienezza della propria soggettività. Ognuno degli autori in mostra ha scelto la Fotografia per amplificare la propria percezione e conoscenza e soddisfare questa fame di verità e di presenza attingendo ad un linguaggio della latenza che sostanzialmente, anche dopo la rivoluzione della tecnologia digitale, resta pur sempre la Fotografia (il negativo fotografico, ma anche il sensore digitale, trattiene latente dopo lo scatto dell’otturatore della fotocamera un’immagine invisibile che dovrà successivamente essere rivelata chimicamente o per mezzo dei software nel caso di un’immagine digitale). [...]

Pensando ad ognuno di questi autori, giovani e meno giovani, ai loro sogni, alle loro aspettative artistiche e professionali, a come si sono ritrovati in queste loro immagini, mi sono accorto di quanto questi 'ragazzi' in fondo siano simili; e capisco che ciò che li accomuna è proprio la ricerca di una verità e una bellezza che corrispondono alla loro forma più intima, alle belle persone che incarnano. Qualcuno tra loro è già molto avanti e la sua strada è ben delineata, qualcun altro ha appena iniziato il percorso e sta ancora sondando il terreno, ma tutti hanno un profondo rispetto per il linguaggio con cui si stanno confrontando e sono consapevoli dell’importanza che esso riveste per acquisire conoscenza e restituire quella veridicità di cui oggi soprattutto i più giovani hanno un grande bisogno. Da parte mia posso confermare che quello che ho letto e ravvisato nelle loro fotografie corrisponde esattamente a quello che vedo nei loro occhi: uno scintillio di genuinità che io chiamo il vero umano, una pura qualità esistenziale, un fondamento di autenticità che emerge e si compie nell’aderenza consustanziale del vivente con il vissuto e a cui non si può più rinunciare quando lo si scorge sui volti delle persone e se ne è toccati.

(Da: La Fotografia, un doppiofondo del vissuto, di Paolo Dell’Elce)

 
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Hermann NITSCH | Fotografie di Stefano FONTEBASSO DE MARTINO
Oct
14
to Nov 13

Hermann NITSCH | Fotografie di Stefano FONTEBASSO DE MARTINO

  • Magazzini Fotografici di Yvonne De Rosa (map)
  • Google Calendar ICS

Hermann Nitsch - Fotografie di Stefano FONTEBASSO DE MARTINO

 

a cura di Ivan D’Alberto

 

in collaborazione con i Magazzini Fotografici di Napoli

e con il patrocinio del Museo Hermann Nitsch di Napoli


La mostra Hermann NITSCH | fotografie di Stefano FONTEBASSO DE MARTINO, in apertura il 14 ottobre 2022 alle 18.30 negli spazi di Magazzini Fotografici, va orgogliosamente ad accrescere la sempre più fitta rete di collaborazioni che la YAG/garage di Pescara sta avviando con le realtà più attive nella promozione dell’arte contemporanea in Italia.

 

A cura di Ivan D’Alberto, teorico e storico dell’arte contemporanea, nonché direttore della YAG, la mostra è realizzata in collaborazione con i Magazzini Fotografici di Yvonne De Rosa, ed è patrocinata dal Museo Hermann Nitsch di Napoli. In esposizione una serie di scatti fotografici realizzati dall’artista romano Stefano Fontebasso De Martino al Maestro viennese Hermann Nitsch, in occasione della 108.lehraktion, una performance avvenuta il 5 luglio del 2001 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea – Spazi Espositivi ex Fabbrica Peroni di Roma. La 108.lehraktion del 2001 è stata a cura di Lóránd Hegyi e della Fondazione Morra di Napoli, ha inaugurato la mostra Le tribù dell’Arte II, progetto a cura di Achille Bonito Oliva, e ha avuto lo scopo di fornire, con esempi pratici, alcuni elementi base dell’Orgien Mysterien Theater di Hermann Nitsch.

Il Maestro viennese durante la “performance” ha spiegato il valore che le “azioni” acquistano nella sua opera oltre a fornire delle indicazioni circa la propria teoria estetica. Nello specifico la 108.lehraktion si è concretizzata con il posizionamento di una serie di tavoli che hanno occupato l’intero spazio del capannone centrale della GCAM. L’artista ha poi coperto i tavoli con delle tovaglie su cui ha disposto pezzi di carne e pesci di varie specie. Completato l’allestimento è iniziata la cerimonia della durata di circa un’ora che ha previsto “azioni” con cibi e bevande, la diffusione di incensi profumanti e il confronto con il pubblico partecipante. Tutta la “performance” è stata documentata da foto e video.

La documentazione fotografica di Stefano Fontebasso De Martino è rimasta inedita sino ad oggi. La mostra presso i Magazzini Fotografici si compone di 9 scatti e offre una proposta espositiva totalmente in linea con l’approccio documentativo che da sempre contraddistingue il lavoro del fotografo romano. Parliamo di una modalità esecutiva che ha coinvolto numerosi artisti di rilievo nazionale e internazionale ritratti in situazioni estemporanee, in performance o azioni, negli studi o nelle gallerie durante gli allestimenti delle mostre. Sono immagini che colgono e valorizzano quell’istante come momento di un più ampio processo creativo che investe il fare arte.


Orari di apertura mostra:

mercoledì/sabato h. 11.00 – h. 13.30 / h. 14.30 – h. 20.00

domenica h. 11.00 – h. 14.00

Per informazioni:

www.magazzinifotografici.it

info@magazzinifotografici.it

FB Magazzini Fotografici | IG mag_fotografici

 
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TRANSITI | sul filo dell’INFINITO
May
7
to Jun 4

TRANSITI | sul filo dell’INFINITO


TRANSITI | sul filo dell’INFINITO

fotografie di Stefano Fontebasso De Martino

Una serie di scatti fotografici riguardanti artisti di rilievo nazionale e internazionale immortalati in situazioni estemporanee, durante alcune performance, nei loro studi, in gallerie e musei impegnati nell’allestimento delle proprie mostre.
La selezione delle foto è strettamente correlata al titolo dell’appuntamento espositivo perché i “ritratti” appartengono ad autori che sono “transitati” in Abruzzo. Sono artisti che hanno avuto un rapporto con questa terra grazie all’amicizia con operatori che hanno contribuito alla crescita culturale di questa regione si pensi, ad esempio, alle famiglie Coen e Pieroni, Sala e Spadano e De Domizio Durini, ai galleristi e ai curatori come Cesare Manzo, Rizziero Di Sabatino, Benedetta Spalletti, Enrico Sconci, Mariantonietta Firmani e Gabriele Di Pietro, ad alcune istituzioni come l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, il Liceo artistico “Misticoni” e il Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art di Pescara e ad alcuni artisti come Ettore Spalletti, Elio Di Blasio, Franco Summa e Sandro Visca.
I “ritratti” scelti per la mostra sono quelli di: Emilio Vedova, Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Cesare Pietroiusti, Luca Maria Patella, Pino Pascali/Ugo Mulas, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Hidetoshi Nagasawa, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Joseph Kostuth, Gino De Dominicis, Enzo Cucchi, Piero Pizzi Cannella e Joseph Beuys. Nella selezione anche personalità nate in Abruzzo ma che per motivi di lavoro hanno operato principalmente fuori regione come ad esempio Mario Ceroli e Nunzio.


 
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